GIOCARE PER VINCERE?

GIOCARE PER VINCERE?

Una delle difficoltà che sto avendo con Dark Passenger è far passare il concetto, che nel gioco non si gioca per "vincere" o "perdere", ma vedere l'evoluzione del proprio personaggio. 

Bisogna giocarlo così come viene dalla fiction e le meccaniche sono fatte in modo per garantire quanto vi sto dicendo. Sono sicuro che alcuni di voi che leggono, staranno dicendo che in un GDR non si gioca per vincere o perdere, in effetti non è universalmente vero, ma di fondo culturalmente anche nel GDR stiamo cercando di far "vincere", ottenere "i propri obiettivi al nostro personaggio". In alcuni regolamenti questo effetto è dovuto a tanti fattori, il vedere il proprio personaggio diventare più potente, salire di livello, nuove super armi, ecc... ma sono tutti concetti che in Dark Passenger non esistono in nessun modo. 

Gli avanzamenti sono di solito legati ad:
  • Un cambiamento di quello che è il carattere del personaggio.
  • Il suo rapporto verso la vita "normale".
  • Il suo rapporto verso il suo lato "oscuro". 
Per quanto pensiate di fare scelte che influenzeranno la vostra caduta, il gioco è "by design" in questa direzione, in un modo o nell'altro ti porteranno vicini a cadere e giocando una campagna lunga sicuramente a precipitare nell'oscurità.


In modo fondamentale il legame più grande che si creerà fra voi e il vostro personaggio, non è quasi mai la risoluzione del caso, che comunque avrà un'importanza nelle sessioni, ma vi legherete fortemente al vostro rapporto con la "vita normale" è quella che cercherete di portare avanti.

"Per parlare di un esempio successo ieri nella chiacchierata di ruolo con Alex e per farlo vi introdurrò il suo personaggio. Il personaggio di Alex è un Investigatore ex dipendente della Polizia, che è stato costretto ad abbandonare il suo lavoro da Poliziotto perché stava torturando un criminale. La polizia per evitare scandali ha coperto quanto è successo, ma è stato costretto ad abbandonarla. Questo ovviamente gli ha fatto perdere il lavoro e la famiglia che a fatica era riuscito a mantenere, quella che da li a poco sarebbe diventata la sua ex famiglia, in quanto la moglie ha divorziato e per motivi di sicurezza è stato fatto allontanare da suo figlio.

In quei giorni oscuri, in cui ormai le voci nella testa si facevano insistenti, un suo ex collega il Medico Legale (altro protagonista) gli fa conoscere l'agenzia investigativa che da la caccia ai Serial Killer, l'agenzia investigativa non è legata alla polizia ma una sorta di associazione di persone come lui che danno la caccia a Serial Killer.

Quello che vorrebbe portare avanti del personaggio è proprio il rapporto con suo figlio, vorrebbe riottenere la possibilità di trascorrere alcune ore con lui a settimana."

Ecco che è evidente come la "vita normale" sia il vero obiettivo del protagonista, il caso è di fondo il modo attraverso il quale potrà sfogare i suoi bisogni repressi, la sua necessità di "Punire" chi è malvagio. Da piccolo il personaggio aveva subito atti di bullismo gravi e ripetuti, fino a quando un giorno non ha reagito massacrando un compagno di classe e arrivando ad un passo da ucciderlo, quel giorno in lui si è risvegliata la voglia di punire e allo stesso tempo si è reso conto di non sentirsi in colpa di quello che ha fatto, al contrario di quello che gli cercavano di dirgli di provare gli altri, anzi aveva provato un piacere mai provato prima.

Questo ragazzi è Dark Passenger, non è un gioco in cui si vince o perde, è un gioco in cui si vive la vita di mancati Serial Killer, sempre teso, che ti da un pugno allo stomaco quando meno te lo aspetti o ti esalta nei colpi di scena. Ma che di fondo inesorabilmente vi farà precipitare in un "baratro oscuro".






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